Breve storia dei kata (parte seconda)

martedì, agosto 04, 2009

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di Iain Abernethy
Originale in lingua inglese: http://www.iainabernethy.com/articles/article_19.asp
Traduzione in lingua italiana di Marco Forti
Tradotto e pubblicato con l'autorizzazione scritta dell'autore.
Ogni riproduzione non autorizzata è proibita.


... continua dal post precedente ...

Nel corso dell'undicesimo secolo un certo numero di guerrieri giapponesi sopravvissuti alle guerre tra i clan Taira e Minamoto si trasferirono ad Okinawa. Molti dei samurai Minamoto restarono sull'isola per il resto della loro vita ed il loro bujitsu ebbe una larga influenza sui metodi di lotta utilizzati dai nobili di Okinawa. Alcuni ritengono che la caratteristica del bujitsu dei Minamoto che influenzò principalmente lo sviluppo dei metodi di combattimento okinawensi consiste nella convinzione che tutte le tecniche si basino essenzialmente sugli stessi movimenti di base. Sia che si colpisca, si afferri oppure si maneggi un'arma, i samurai Minamoto insegnavano la medesima forma di base. Prima si insegnava un determinato movimento, poi si dimostrava come tale movimento poteva essere adattato per raggiungere diversi risultati. Gli effetti di questa filosofia del confronto può essere ancora individuata nel Karate dei giorni nostri in quanto non è strano vedere assegnate ad un singolo movimento di un kata, diverse applicazioni efficaci.

Il fatto di collegare a ciascun movimento molteplici applicazioni, fa' sì che anche kata di dimensioni facilmente gestibili possano contenere un ammontare rilevante di informazioni. Il ricorso ad applicazioni multiple dello stesso movimento aiuta inoltre ad assicurare una risposta rapida alle situazioni di combattimento. Questo perché il praticante non studia tanti movimenti diversi per altrettante situazioni – cosa indesiderabile in quanto il cervello dovrebbe ricercare in un insieme enorme di informazioni prima di poter individuare ed applicare il movimento appropriato – ma apprende invece un numero relativamente limitato di movimenti, applicabili a situazioni diverse.

Nel 1377 il Re di Okinawa assicurò la propria lealtà all'Imperatore della Cina; ciò determinò un pesante influsso della cultura e dei costumi cinesi sull'isola. I sistemi e le filosofie di combattimento cinesi erano naturalmente incluse in questa forma di scambio culturale. I metodi degli esperti marzialisti cinesi ebbero un'enorme influenza sulla crescita e sullo sviluppo dei sistemi di combattimento nativi di Okinawa. Questi artisti portarono ad Okinawa molti dei kata tuttora praticati nel Karate moderno, ed i loro sistemi furono elementi di ispirazione per i loro successori. Infatti molti kata portano il nome dell'artista che li aveva creati o ispirati (ad esempio: Kushanku, Wanshu, Chinto)

fine seconda parte...